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PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

Il corpo umano può ricevere danni sia per un'insufficienza di ossigeno nell'aria da respirare, sia per la presenza in essa di sostanze pericolose. Un'insufficienza di ossigeno può causare un danno irreversibile alle cellule cerebrali ed anche la morte. Se il corpo assorbe sostanze pericolose, secondo il modo specifico in cui le sostanze agiscono (azione fisica, chimica o combinata), possono aversi malattie polmonari, intossicazioni acute o croniche, lesioni da radiazioni, tipi diversi di tumori o altri tipi di danni (per esempio allergie). L'entità del danno dipende generalmente dalla concentrazione e dalla durata dell'effetto della sostanza pericolosa alla salute, dalla via per la quale essa agisce con il corpo (per esempio deposizione nei polmoni, assorbimento nel sangue), dall'affaticamento dovuto al lavoro svolto, dalla frequenza e dal volume di respirazione nonchè dalla specifica condizione fisica della persona. Per ovviare a questi problemi si può ricorrere all'utilizzo degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR). Prima di prendere in considerazione l'utilizzo di un APVR, deve esser attuato per quanto ragionevolmente fattibile "in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico", il contenimento degli inquinanti in sospensione nell'aria con il ricorso a metodi ingegneristici in uso (per esempio sistemi di confinamento, impianti di aspirazione). Se tale obiettivo non può essere raggiunto o se, per mezzo di misure tecniche od organizzative, esso può essere raggiunto soltanto in modo insufficiente, è allora opportuno rendere disponibili, per ogni singolo scopo specifico, gli idonei APVR e assicurarne in modo appropriato l'uso, l'immagazzinamento e la manutenzione. E' importante scegliere il tipo corretto di APVR fra i molti disponibili e conformi ai requisiti delle specifiche norme. L'uso di un tipo errato può essere pericoloso. E' altresì importante che tutte le persone, per le quali si rende necessario il ricorso ad un APVR, siano adeguatamente addestrate, istruite al suo uso ed eventualmente sottoposte ad esame medico. Il funzionamento di un APVR consiste o nel filtrare l'atmosfera inquinata o nel fornire aria respirabile da una sorgente alternativa. L'aria raggiunge l'utilizzatore tramite un boccaglio, una semimaschera intera, un elmetto, un cappuccio. Le fonti di rischio per le vie respiratorie sono: l'insufficienza di ossigeno, le temperature estreme e la presenza di sostanze contaminanti nell'aria ambiente. I contaminanti sono così suddivisi: 1) polveri: particelle fini generate dalla frantumazione di materiali solidi; 2) nebbie: minuscole goccioline liquide a base organica o a base acquea che si creano da operazioni di spruzzo; 3) fumi: particelle solide molto fini, si formano quando si fonde o vaporizza un metallo che si raffredda velocemente; 4) gas: sostanze in fase aeriforme a pressione e a temperatura ambiente; 5) vapori: forma gassosa di sostanze che, a temperatura ambiente, si trovano allo stato liquido o solido. RESPIRATORI SENZA MANUTENZIONE PER POLVERI - DEFINIZIONI TECNICHE Tipo e classe Un simbolo che indica il tipo di dispositivo ed il livello di protezione offerto, ad esempio FFP2: respiratore per polveri a facciale filtrante di classe 2 dove classe 2 indica il livello di protezione. Livello massimo di utilizzo Quantità massima di contaminante nell'aria per la quale si può utilizzare il respiratore; il dato è di solito espresso come multiplo della concentrazione accettabile sul luogo di lavoro. TLV (Threshold Limit Value o Valore Limite di Soglia) La concentrazione media ponderata nel tempo (considerando un giorno lavorativo medio di 8 ore e una settimana lavorativa di 40 ore) alla quale si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano essere esposti continuativamente giorno dopo giorno, senza effetti nocivi per la salute; si misura in milligrammi per metro cubo per le polveri e in parti per milione per i gas e i vapori. ELENCO NORME EUROPEE PER LE VIE RESPIRATORIE: EN 132:1998  Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Definizioni dei termini e dei pittogrammi EN 134:1998 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Nomenclatura dei componenti EN 136:1998  Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Maschere intere - Requisiti, prove, marcatura EN 140:1998+AC:1999 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere e quarti di maschera - Requisiti, prove, marcatura EN 143:2000+A1:2006 +AC:2002+AC:2005 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antipolvere - Requisiti, prove, marcatura EN 14387:2004+A1:2008  Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antigas e filtri combinati - Requisiti, prove, marcatura EN 149:2001+A1:2009 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere filtranti antipolvere - Requisiti, prove, marcatura EN 405:2001+A1:2009 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere filtranti Filtri antipolvere (idonei per la protezione da polveri e fibre, fumi e nebbie) Le norme europee UNI EN149:2003 (per i filtranti facciali antipolvere) e UNI EN 143:2002 (per i filtri antipolvere delle maschere in gomma) definiscono tre diverse classi di protezione ad efficenza filtrante totale crescente: 1^ Filtri di tipo P1: per protezione da aerosol non tossici (polveri) in concentrazioni fino a 4 volte il TLV (Valore Limite di Soglia). 2^ Filtri di tipo P2: per protezione da aerosol a bassa/media tossicità (particelle) in concentrazioni fino a 10 volte il TLV (16 x TLV se montati su pieno facciale). 3^ Filtri di tipo P3: per protezione da aerosol a bassa/media/alta tossicità e aerosol radioattivi (particelle) in concentrazioni fino a 30 volte il TLV (200 x TLV se montati su pieno facciale). Filtri antigas (idonei per la protezione da gas e vapori) La norma europea UNI EN 14387:2004 definisce varie tipologie di filtro: Tipo A: filtro di colore marrone, per protezione da vapori organici con punto di ebollizione superiore ai 65 °C. Tipo B: filtro di colore grigio, per protezione da gas e vapori inorganici (esempio: cloro, acido cianidrico, acido solfidrico). Tipo E: filtro di colore giallo, per protezione da gas acidi (esempio: anidride solforosa, acido cloridrico). Tipo K: filtro di colore verde, per protezione da ammoniaca. Per ogni tipologia di filtro antigas esistono tre classi di protezione, che si differenziano per la capacità, cioè la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la durata (e non l'efficienza che è 100%). Classe 1: filtro con bassa capacità e un limite di utilizzo pari a 1000 ppm. Classe 2: filtro con media capacità e un limite di utilizzo pari a 5000 ppm. Classe 3: filtro con alta capacità e un limite di utilizzo pari a 10000 ppm. (ppm=parti per milione, ossia le parti del contaminante per milioni di parti d'aria)
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PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

Il corpo umano può ricevere danni sia per un'insufficienza di ossigeno nell'aria da respirare, sia per la presenza in essa di sostanze pericolose. Un'insufficienza di ossigeno può causare un danno irreversibile alle cellule cerebrali ed anche la morte. Se il corpo assorbe sostanze pericolose, secondo il modo specifico in cui le sostanze agiscono (azione fisica, chimica o combinata), possono aversi malattie polmonari, intossicazioni acute o croniche, lesioni da radiazioni, tipi diversi di tumori o altri tipi di danni (per esempio allergie). L'entità del danno dipende generalmente dalla concentrazione e dalla durata dell'effetto della sostanza pericolosa alla salute, dalla via per la quale essa agisce con il corpo (per esempio deposizione nei polmoni, assorbimento nel sangue), dall'affaticamento dovuto al lavoro svolto, dalla frequenza e dal volume di respirazione nonchè dalla specifica condizione fisica della persona. Per ovviare a questi problemi si può ricorrere all'utilizzo degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR). Prima di prendere in considerazione l'utilizzo di un APVR, deve esser attuato per quanto ragionevolmente fattibile "in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico", il contenimento degli inquinanti in sospensione nell'aria con il ricorso a metodi ingegneristici in uso (per esempio sistemi di confinamento, impianti di aspirazione). Se tale obiettivo non può essere raggiunto o se, per mezzo di misure tecniche od organizzative, esso può essere raggiunto soltanto in modo insufficiente, è allora opportuno rendere disponibili, per ogni singolo scopo specifico, gli idonei APVR e assicurarne in modo appropriato l'uso, l'immagazzinamento e la manutenzione. E' importante scegliere il tipo corretto di APVR fra i molti disponibili e conformi ai requisiti delle specifiche norme. L'uso di un tipo errato può essere pericoloso. E' altresì importante che tutte le persone, per le quali si rende necessario il ricorso ad un APVR, siano adeguatamente addestrate, istruite al suo uso ed eventualmente sottoposte ad esame medico. Il funzionamento di un APVR consiste o nel filtrare l'atmosfera inquinata o nel fornire aria respirabile da una sorgente alternativa. L'aria raggiunge l'utilizzatore tramite un boccaglio, una semimaschera intera, un elmetto, un cappuccio. Le fonti di rischio per le vie respiratorie sono: l'insufficienza di ossigeno, le temperature estreme e la presenza di sostanze contaminanti nell'aria ambiente. I contaminanti sono così suddivisi: 1) polveri: particelle fini generate dalla frantumazione di materiali solidi; 2) nebbie: minuscole goccioline liquide a base organica o a base acquea che si creano da operazioni di spruzzo; 3) fumi: particelle solide molto fini, si formano quando si fonde o vaporizza un metallo che si raffredda velocemente; 4) gas: sostanze in fase aeriforme a pressione e a temperatura ambiente; 5) vapori: forma gassosa di sostanze che, a temperatura ambiente, si trovano allo stato liquido o solido. RESPIRATORI SENZA MANUTENZIONE PER POLVERI - DEFINIZIONI TECNICHE Tipo e classe Un simbolo che indica il tipo di dispositivo ed il livello di protezione offerto, ad esempio FFP2: respiratore per polveri a facciale filtrante di classe 2 dove classe 2 indica il livello di protezione. Livello massimo di utilizzo Quantità massima di contaminante nell'aria per la quale si può utilizzare il respiratore; il dato è di solito espresso come multiplo della concentrazione accettabile sul luogo di lavoro. TLV (Threshold Limit Value o Valore Limite di Soglia) La concentrazione media ponderata nel tempo (considerando un giorno lavorativo medio di 8 ore e una settimana lavorativa di 40 ore) alla quale si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano essere esposti continuativamente giorno dopo giorno, senza effetti nocivi per la salute; si misura in milligrammi per metro cubo per le polveri e in parti per milione per i gas e i vapori. ELENCO NORME EUROPEE PER LE VIE RESPIRATORIE: EN 132:1998  Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Definizioni dei termini e dei pittogrammi EN 134:1998 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Nomenclatura dei componenti EN 136:1998  Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Maschere intere - Requisiti, prove, marcatura EN 140:1998+AC:1999 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere e quarti di maschera - Requisiti, prove, marcatura EN 143:2000+A1:2006 +AC:2002+AC:2005 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antipolvere - Requisiti, prove, marcatura EN 14387:2004+A1:2008  Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antigas e filtri combinati - Requisiti, prove, marcatura EN 149:2001+A1:2009 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere filtranti antipolvere - Requisiti, prove, marcatura EN 405:2001+A1:2009 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere filtranti Filtri antipolvere (idonei per la protezione da polveri e fibre, fumi e nebbie) Le norme europee UNI EN149:2003 (per i filtranti facciali antipolvere) e UNI EN 143:2002 (per i filtri antipolvere delle maschere in gomma) definiscono tre diverse classi di protezione ad efficenza filtrante totale crescente: 1^ Filtri di tipo P1: per protezione da aerosol non tossici (polveri) in concentrazioni fino a 4 volte il TLV (Valore Limite di Soglia). 2^ Filtri di tipo P2: per protezione da aerosol a bassa/media tossicità (particelle) in concentrazioni fino a 10 volte il TLV (16 x TLV se montati su pieno facciale). 3^ Filtri di tipo P3: per protezione da aerosol a bassa/media/alta tossicità e aerosol radioattivi (particelle) in concentrazioni fino a 30 volte il TLV (200 x TLV se montati su pieno facciale). Filtri antigas (idonei per la protezione da gas e vapori) La norma europea UNI EN 14387:2004 definisce varie tipologie di filtro: Tipo A: filtro di colore marrone, per protezione da vapori organici con punto di ebollizione superiore ai 65 °C. Tipo B: filtro di colore grigio, per protezione da gas e vapori inorganici (esempio: cloro, acido cianidrico, acido solfidrico). Tipo E: filtro di colore giallo, per protezione da gas acidi (esempio: anidride solforosa, acido cloridrico). Tipo K: filtro di colore verde, per protezione da ammoniaca. Per ogni tipologia di filtro antigas esistono tre classi di protezione, che si differenziano per la capacità, cioè la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la durata (e non l'efficienza che è 100%). Classe 1: filtro con bassa capacità e un limite di utilizzo pari a 1000 ppm. Classe 2: filtro con media capacità e un limite di utilizzo pari a 5000 ppm. Classe 3: filtro con alta capacità e un limite di utilizzo pari a 10000 ppm. (ppm=parti per milione, ossia le parti del contaminante per milioni di parti d'aria)
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